Vigneti di città


Siena_Convento S.DomenicoNei giardini, nei conventi e negli orti di Siena è nascosto un vigneto nel quale si sono conservate nei secoli varietà e tecniche di coltivazione ormai quasi scomparse. Il periodo della vendemmia è quello giusto per visitarle! Il 27 settembre, in occasione di SHINE! – la notte dei Ricercatori, sarà possibile scoprire i Senarum Vinea, le Vigne di Siena, guidati dai ricercatori dell’Università di Siena e dai QR Code dell’eno-trekking interattivo, scoprendone alcuni aspetti molto interessanti.

La città e la campagna non hanno avuto sviluppi ed evoluzioni distinte; adottando un termine mutuato dalle scienze naturali si potrebbe dire che esse si siano co-evolute, talvolta fondendosi e in alcuni casi separandosi. È successo così nei secoli che quello che era campagna sia stato inglobato nella città e quindi che un elemento tipicamente rurale si sia per così dire “urbanizzato”.

Quello che è successo a molti orti, giardini e campi che vediamo spesso sorprendentemente circondati all’interno di case e palazzi è stato il destino nei secoli anche dei vigneti che, conservati all’interno degli horti conclusi dei conventi o nei giardini dei palazzi o anche in alcuni poderi di periferia, sono rimasti a conservare la testimonianza del loro passato rurale. In Italia ci sono vigne urbane ad Aosta, a Torino, a Brescia  e recentemente sono state oggetto di studio e di recupero quelle delle isole della laguna di Venezia.

Parigi - il vigneto urbano di MontmartreFamosi sono il vigneto urbano di Parigi a Montmartre o i molti piccoli appezzamenti della città di Vienna.

Le viti coltivate all’interno delle città sono spesso dei veri e propri tesori di biodiversità in quanto le varietà antiche (in alcuni casi esemplari e biotipi rarissimi nel panorama ampelografico di una regione) sono state propagate nei secoli senza mai essere sostituite con altre più produttive o apprezzate dai mercati, come è avvenuto invece nei vigneti destinati alla produzione e al commercio.

Anche a Siena, da secoli crocevia di regioni viticole diverse, tra la Maremma e l’area del Chianti, sono molte le realtà vitate all’interno delle mura, o nelle aree immediatamente al di fuori, in alcuni casi veri e propri vigneti in filari, in altri casi piante allevate a pergola o su sostegni vivi come nelle antiche forme di allevamento “a testucchio” risalenti addirittura agli etruschi.

Senarum Vinae è un progetto multidisciplinare dell’Università di Siena e dell’Associazione Nazionale Città del Vino  al quale hanno partecipato il Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti, il Dipartimento di Storia e il Dipartimento di Scienze Ambientali G. Sarfatti, insieme alla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, alle amministrazioni comunale e provinciale e con il finanziamento del Monte dei Paschi di Siena e L’Associazione Città del Vino.

 I documenti storici e iconografici hanno permesso di identificare i tanti orti urbani presenti all’interno dei conventi e delle contrade, ma anche poderi suburbani e di ricostruirne la loro storia, evidenziando anche tecniche di coltivazione e forme di allevamento ormai dimenticate.

 Le varietà raccolte e caratterizzate attraverso l’analisi biomolecolare, svolta dallo Spin Off universitario Sèrge nei vigneti di Siena hanno nomi singolari e spesso dimenticati, come il Gorgottesco, il Tenerone, il Mammolo, il Prugnolo Gentile, il Procanico, l’Occhio di Pernice, il Sangiovese piccolo precoce, il Rossone, il Moscatello nero e la Salamanna e hanno trovato un riscontro nella banca dati del Germoplasma Autoctono Toscano tra le varietà rare e ad alto rischio di estinzione. Alcune come il Gorgottesco sono riportate nei bollettini Ampelografici di fine Ottocento come varietà molto diffuse nei vigneti a quei tempi insieme al Sangiovese e al Canaiolo, altre sono più rare e citate solo in documenti più antichi. Altre varietà presenti negli orti e nei giardini della città non hanno trovato sinora riscontro nei confronti genetici fatti e non sembrerebbero pertanto appartenere a varietà autoctone già classificate.

Ma il progetto Senarum Vinea va oltre il censimento e la catalogazione delle varietà presenti a Siena: nel 2012 le barbatelle di alcune delle varietà recuperate e censite sono state messe a dimora nel primo vigneto urbano di Siena, che alla fine dell’impianto ospiterà 10 filari di venti viti ciascuno presso l’Orto de’ Pecci, l’antico giardino dei Semplici della città ora in gestione alla Cooperativa sociale La Proposta. Un altro vigneto didattico urbano sarà invece piantato presso l’Istituto Tecnico Agrario Bettino Ricasoli, dove saranno realizzate anche le prove di microvinificazione che dovranno portare, al termine del percorso di sperimentazione, alla realizzazione del Vino di Siena, espressione della storia della città e del suo terroir.

Per guidare l’eno-turista alla scoperta delle vigne urbane di Siena e dei vigneti didattici, i coordinatori del progetto hanno collaborato con il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e con Il Centro Guide Turistiche di Siena, per la creazione di un percorso di eno-trekking urbano e periurbano nel quale ogni tappa è supportata da un QR Code associato ad un mini-sito contenente dettagli e informazioni anche multimediali sul progetto.

Il progetto Senarum Vinea è stato selezionato dal Ministero per i Beni e le Attività culturali tra i primi dieci progetti proposti per la partecipazione italiana al Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa 2012-2013 ed è stato inserito nei percorsi promossi da Iter Vitis – Les Chemins de la Vigne en Europe nell’ambito del Programma degli Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa.

Alessandra Biondi Bartolini

Twitter: @labibi69

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le foto sono di Andrea Ciacci, responsabile scientifico del progetto Senarum Vinea- Dipartimento di scienze storiche e beni culturali  – Università degli studi di Siena.

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