Gli orti botanici: da giardino dei semplici a scrigni della biodiversità


Nati per coltivare e collezionare piante officinali destinate alla produzione di rimedi farmacologici e medicamenti, gli Orti Botanici si sono conservati nei secoli acquisendo funzioni diverse, dalla didattica alla ricerca scientifica, fino alla conservazione di specie vegetali in via di estinzione. Nella notte dei Ricercatori il 27 settembre, gli Orti botanici di Pisa e Siena saranno aperti al pubblico con visite guidate alla scoperta della loro storia e delle loro attività.

Sebbene i Giardini Botanici, nati per raccogliere e coltivare le piante officinali, siano stati presenti in tutte le civiltà antiche, occidentali e orientali, il primo giardino che associa a queste una funzione accademica, didattica e scientifica è il Giardino della Minerva, nato come struttura accessoria della Scuola Medica Salernitana tra il quattordicesimo e il quindicesimo secolo e considerato il precursore degli Orti botanici.

I primi Orti Botanici nascono nel Rinascimento parallelamente alla nascita delle scienze sperimentali, nel momento in cui alla funzione di coltivazione delle essenze officinali si associa nelle scuole di medicina la necessità di disporre di piante fresche da mostrare agli studenti per esercitarli al riconoscimento e alla classificazione.

Il primo Orto botanico con queste funzioni è quello di Pisa, nato nel 1544, al quale seguono nell’anno successivo quelli di Padova e di Firenze.

Nei secoli successivi l’attività scientifica e didattica arricchiscono gli Orti botanici degli erbari, delle tavole botaniche e degli Index seminum, i cataloghi dei semi conservati nelle collezioni. Contemporaneamente a quanto avviene nei Musei di Storia Naturale, le collezioni si vanno arricchendo non più solo di piante medicinali, ma anche di piante rare o provenienti da paesi lontani, con una funzione di divulgazione destinata non soltanto a studiosi e studenti ma anche al pubblico in generale.

Una nuova missione: conservare la biodiversità in pericolo.

Oggi un Orto botanico secondo la definizione della Botanic Garden Conservation International (BGCI) , gestito da una università o da un altro ente, è una struttura aperta al pubblico che conserva una collezione catalogata e documentata di piante vive a scopo di ricerca scientifica, di didattica e di educazione ambientale, di conservazione della biodiversità vegetale e di esposizione al pubblico dei visitatori.

In modo particolare il ruolo di conservazione delle specie vegetali in via di estinzione e della biodiversità rivestono un’importanza fondamentale. Infatti la crescente impronta antropica in molti degli ambienti naturali del nostro pianeta, unita agli effetti dei cambiamenti climatici, hanno portato alla scomparsa di interi ecosistemi mettendo in pericolo la sopravvivenza delle specie vegetali che ne facevano parte. Le collezioni di queste piante ex situ (cioè in ambienti diversi da quelli di origine) fanno degli Orti Botanici degli scrigni insostituibili di biodiversità vegetale.

La riproduzione degli ambienti di origine nei percorsi didattici e le attività di educazione ambientale che viene svolta per le scuole e per i visitatori, li rendono inoltre un luogo molto importante per sviluppare nelle nuove generazioni una sensibilità di rispetto per il pianeta e le sue ricchezze.

L’Orto botanico di Pisa

PisaNato nel 1544 grazie all’intuizione del medico e botanico imolese Luca Ghini quello di Pisa è il più antico Orto botanico Universitario al mondo.

L’Orto nasce dalla necessità, del tutto nuova per quei tempi, di introdurre nell’esperienza didattica degli aspiranti medici, l’osservazione dei campioni delle piante che avrebbero dovuto non solo riconoscere ma anche classificare. L’impossibilità di avere a questo scopo preparati freschi tutto l’anno spinge poi lo stesso Ghini a sviluppare una prima collezione di tavole botaniche e di campioni essiccati, istituendo così anche l’erbario.

La sede originale, vicino all’Arsenale Mediceo era diversa da quella attuale a pochi passi dalla Piazza dei Miracoli, nella quale l’Orto venne trasferito, dopo un periodo in una seconda sede, nel 1591

La disposizione originale delle collezioni seguiva criteri di natura estetica ed era legata alle proprietà officinali delle piante raccolte. Solo nel XIX secolo, con lo sviluppo della botanica come scienza autonoma, non più legata alla medicina, e l’avvento delle teorie evoluzionistiche, le piante vennero ridisposte e presentate secondo criteri più scientifici, di affinità biologica e sistematica.

L’Orto botanico di Siena

SienaLa prima istituzione di un Giardino botanico a Siena è quella del Giardino dei Semplici, nato con la Cattedra di medicina nei pressi dell’Ospedale di Santa Maria della Sala nel 1588.

A partire dal 1700 le funzioni del giardino cambiano e culminano con la trasformazione del vecchio Giardino dei Semplici nell’Orto botanico Universitario, avvenuta nel 1784 per volere del Granduca Pietro Leopoldo, e affidata a Biagio Bartalini al quale si deve anche l’istituzione dell’Index Seminum.

Nel 1856 l’orto viene trasferito nella sede attuale dove dal 2002 costituisce insieme all’Herbarium il Museo Botanico.

La principale funzione ai giorni nostri è la conservazione della biodiversità e a questo scopo nell’allestimento degli spazi sono stati riprodotti alcuni ambienti di origine delle piante presenti come il giardino roccioso, le orchidee spontanee della Toscana centro meridionale, il felceto e il lago.

Alessandra Biondi Bartolini

Twitter: @labibi69

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